sabato 24 settembre 2016

E così anche l'ultima immagine che avevo lasciato attaccata al mio armadio ho iniziato a metterla da parte: l'immagine di Dilma ai tempi della dittatura con scritto “ditadura nunca mais!” (dittatura mai più!). Un immagine portata a casa dopo un incontro con il gruppo di fé e politica per parlare di quello sta succedendo in Brasile.
Sto iniziando a spogliare la mia stanza, regalare cose che non occorre portarsi dietro e cose che viaggeranno con me fino alla fine, così come l’immagine di Dilma, ricordo di questo periodo politico particolare e ingarbugliato e del mio NO al governo Temer! 
Mancano quasi 3 settimane e poi andrò in Salvador de Bahia, per finire la mia esperienza di Vita qui in Brasile. In dicembre il mio ritorno in Italia.
Mi sto preparando per chiudere un capitolo di questo libro che ho iniziato a scrivere il 1 dicembre 2013, lasciando un paragrafo che sarà per Salvador, con i moradores de rua, con le persone che vivono per strada e con la Comunità Trindade. 
Lascerò, momentaneamente, la realtà del carcere (chissà se in Italia continuerà…) per camminare un ultimo pezzettino di strada con altri amici, accarezzando e tessendo nelle pagine del mio diario altre storie.
Salvador mi permetterà di vedere un altro Brasile, un altro modo di vivere e camminare…. e anche un altro clima, decisamente più caldo, con la bellezza del mare e il fascino di una cultura ben intrecciata con la cultura Afro (candomble).
Tre settimane ancora e poi la partenza. Sinceramente mi sento molto divisa. Vivo momenti di tristezza per lasciare alcune situazioni, persone care e momenti di eccitazione per qualcosa di nuovo, unita al desiderio di andare avanti verso altri percorsi, altri cammini. C’è anche la paura di tornare in Italia, dopo tre anni di Brasile, dove mi sono abituata ad una realtà dipinta da varie sfumature, dove ho imparato ad assumere un’altra forma per incastrarmi a quella presente, levigando quelle parti di me che non erano necessarie, imparando tempi, modi, gesti che caratterizzano il luogo in cui abito. Imparando le leggi del bairro, i suoi pregi e i suoi difetti, convivendo con la violenza del narcotraffico e la speranza con le persone della Comunità. 
Mi mancheranno alcune persone, mi mancheranno molto. Così come gli incontri fatti alla luce di una semplicità che sa sempre costruire e imparare.
Dona Zita, Maria, Francisco, Suely, Neuza, dona Sebastiana, Marli e famiglia, Dalva, il signor Dioniso, il signor Pedro....e ancora tanti altri nomi che potrei collocare nella lista, perché questi sono solo alcuni della Comunità Ipe Amarelo, la mia Comunità di base, poi ci sono altri nomi fatti di incontri nella pastorale carceraria, del gruppo di fè e politica, del gruppo Testimoni di Speranza....tanti altri. I detenuti e le detenute, le detenute dell’APAC femminile, tante cose che mi porto dietro.
“Poi torni ?”
 Questa domanda è frequente in questi giorni, ma la risposta la lascerò all’ incertezza del  futuro e di quello che sarà, affidando sempre a Dio la traccia della mappa su cui disegnare la mia Vita, io e Lui insieme nel tracciare le coordinate.
Ridendo e scherzando ho avuto due proposte di matrimonio per farmi restare, così da non avere problemi con il visto. Ci rido sopra, sì, ma allo stesso tempo mi fa piacere pensare a chi sta procurando alternative per dirmi: “resta qui con noi!”.
Il tempo è volato molto in fretta, forse tre anni sono veramente pochi, mi sembra ieri il mio arrivo, anche se la percezione di me di allora, non è più la percezione di come mi vedo oggi. Ho cambiato pelle molte volte, per necessità, per volontà, per desiderio di crescita e di percorsi che portavano a farlo.  Tutto ti cambia e tutto ti trasforma se ti lasci trasformare, a noi il desiderio di modellarci in questi cambiamenti, trovare forme che si incastrano nelle esperienze e nei fatti della vita. Forse le esperienze più difficili e sofferte sono state le più belle, può sembrare una contraddizione, ma sono state quelle che mi hanno aiutato a crescere un po' di più e a irrobustire la mia fede e la mia capacità di stare in piedi, credendo sempre nel valore della scelta missionaria e in questa esperienza a "piedi nudi".  Impari dal bene, come impari dal male, impari dalla Vita che insegna sempre. 
Gratitudine è la chiave che apre le mie emozioni e le mie riflessioni.
...che continueranno su questi appunti...se no sembra una lettera finale....in fondo mancano tre settimane!!




Nessun commento:

Posta un commento