martedì 24 marzo 2015

Siamo in autunno, si sente, perché la temperatura si è abbassata e alcuni alberi stanno perdendo le foglie. La cosa strana è che questi alberi, dopo le foglie, fanno crescere i fiori, bellissimi colori rosa che dipingono i rami sempre più nudi e spogli, poi anche loro, come le foglie, volano via.
Niente calzini di lana in questo autunno, niente maglioni tirati fuori dagli scatoloni, non è come l'autunno italiano, no, è un autunno sempre fatto di chinelo (ciabatte infradito) e maniche corte, con l'aggiunta di una felpa serale e mattutina....e poi piove...piove e piove.
 La pioggia arriva con grandi nubi colorate di nero, lampi e tuoni e con goccioloni forti, molto forti. Quando piove non si scherza! Sono i temporali tropicali, quelli che durano poco, ma forti e intensi e a volte pure l'ombrello sembra arrendersi di fronte alla loro intensità....pare di rivivere la scena di Noè e del diluvio universale! Tanta, tanta acqua per le strade, che scorre dalle fogne, che scorre dalle tubature, che scorre da non so che. Ma è bella la pioggia, anche se pare minacciosa, bello il suo rumore e la sua "fecondità", sempre se non arreca danni, ed è bello vedere i contrasti tra un cielo azzurro e cristallino e l'avanzare silenzioso di quelle nubi scure, che sembra si preparino alla guerra. Meravigliosa natura!
Ieri sera a causa di un forte temporale è mancata la luce, è tornata solo di madrugada (alba), strano, a volte torna quando sta per iniziare la telenovela!!! Ma, questa volta, niente da fare, al buio per tutto il tempo, solo la compagnia delle flebili luci delle candele e le nostre chiacchere sul sofà, poi nanna. Siamo abituati qui nel bairro, a volte è il nostro bairro, a volte un'altro, basta solo non uscire di casa! Solo le luci della penitenziaria NH rimangono accese, lì la luce non deve mai mancare e per noi che la vediamo di fronte ci fa comodo, rischiarano l'oscurità.
Autunno, è arrivato e mi fa strano scrivere questa parola sapendo che gli amici dall'Italia scrivono nei loro post " è arrivata la primavera"....contrasti....belli...mi piace vivere questa diversità, me la fa assaporare in pieno.

Oggi alla NH abbiamo fatto visita ai padiglioni di lavori, sono quelli dove ti permettono di entrare nel patio con i detenuti, quelli dove puoi stare vicini a loro, parlare senza grate di ferro, comunicare civilmente e degnamente, quelli dove puoi anche abbracciare chi, ormai, conosci da un anno, conosci lui e la sua storia, raccontata a piccoli frammenti, nelle varie visite.
Oggi A. ha aperto con me la lettera che ha ricevuto dalla sua ragazza, la teneva tra le mani mentre stavamo parlando, poi mi ha invitato a leggerla insieme.....
S. mi ha fatto vedere le poesie che scrive, poi mi ha chiesto se lo aiutavo a pubblicarle....difficile!
A. dopo alcune visite che non lo vedevamo, eccolo finalmente! eccolo nel padiglione di lavoro.
A. ha seguito la catechesi con noi e dopo 4 mesi passati insieme, ci siamo affezionati.....e anche lì finalmente un abbraccio, finalmente senza grate di ferro.
Questi solo alcuni accenni di oggi, per me belli, importanti e significativi.
Abbiamo avuto la fortuna di essere scortate da un agente che è stato dalla nostra parte e che ci ha permesso di condurre gli incontri senza rigidità e che a sua volta si è emozionato e meravigliato di fronte a quella "umanità" che scaturiva tra noi e i detenuti. Sorrisi, abbracci, converse, preghiere, incoraggiamenti, saluti, quella umanità che spesso viene a mancare in questi ambienti e che noi cerchiamo sempre di portare. Per questo i detenuti ci rispettano, per questo ci aspettano.

"Il condividere non contempla la velocità, ha bisogno di tempo e pazienza".

Dopo la NH, gruppo Testemunhas da Esperança, perché non salto, anche se sono stanca, anche se mangio un panino al volo correndo con le mie ciabatte. Le persone sono importanti, i momenti sono importanti, la stanchezza la si mette da parte, la si appoggia su una sedia e la si riprende quando si va via. E ogni incontro è importante, perché ci sono nuove confidenze, nuove parole, nuovi pensieri che ci legano sempre di più. Come oggi, nella confidenza di D. e nella sua paura di perdere un'altro figlio, dopo che il primo è stato ammazzato lo scorso anno....14 anni.
Le nostre preghiere sono fatte di nomi, che si rincorrono come canzoni a Dio, ricordandogli di custodirli nella sua benevolenza, nella sua protezione e nel suo amore.

...e ora sono qui, ho ripreso la mia stanchezza e l'ho portata davanti al computer, in queste ore notturne (oggi abbiamo la luce, niente temporali in arrivo) cercando di proiettare i pensieri e le emozioni, così ben marcate dentro di me. Tempo di grazia la missione, tempo di Vita che ti segna dentro, come un tatuaggio che mai più vuoi cancellare. Ma ora è tardi e già quasi mezzanotte e mi sto accorgendo che sto facendo errori mentre scrivo al computer (non è una novità!) e domani ho la riunione della Pastorale Carceraria....porto le mie emozioni a Dio nelle mie preghiere e come una canzone gli chiedo di custodirle come pietre preziose, donando a Lui quelle più belle.
Buona notte.



martedì 17 marzo 2015

Sono molto contenta del gruppo Testemunhas da Esperança, a volte lo cito, ma ne parlo poco, eppure è un incontro che per me è importante e che mi sta dando molte soddisfazioni.
Sono contenta perché la gente si sta trovando bene
sono contenta perché è una piccola famiglia
sono contenta perché si condividono tematiche importanti come la dipendenza da droga, alcool e da qualsiasi cosa
sono contenta perché questo piccolo gruppo di famiglie e singoli è un punto di riferimento per le persone che lo frequentano
sono contenta perché io e Regina lo stiamo custodendo e portando avanti
sono contenta perché le riflessioni che conduciamo sono piccole sementi che gettiamo, possono sbocciare oggi, domani, un giorno, ma possono sbocciare....
sono contenta perché ci si aiuta l'uno con l'altro
sono contenta perché nessuno giudica, ma ascolta
sono contenta perché si condividono le emozioni e le si sanno custodire, senza ferire
sono contenta perché preghiamo insieme
sono contenta perché riflettiamo insieme
sono contenta perché lottiamo insieme
sono contenta perché sappiamo abbracciare il dolore dell'altro e il suo disagio
sono contenta perché incoraggiamo
sono contenta perché preparo gli incontri
sono contenta perché si condivide la Vita
sono contenta perché ci si saluta sempre con grandi abbracci.
sono contenta.
Gruppo Testemunhas da Esperança, gruppo di auto aiuto formato da famiglie e singoli con problemi di droga e all'alcool, ogni martedì sera alla Casa Comboniana, ogni martedì sera condividendo la Vita, in tutte le sue sfumature da quelli forti, che a volte scombussolano il cuore e la mente, a quelle lievi che alleggeriscono con sorrisi e allegria. Ogni martedì sera, presente!

     parco municipale di Belo Horizonte



                                  
                                      nel mio bairro, Ipe Amarelo


         
                       l'autunno che sta arrivando, niente maglioni o calzini di lana, ma solo un                                                                cielo blu e un vento fresco e leggero.

lunedì 16 marzo 2015

Ieri in tutto il Brasile sono scese in piazza circa 1 milione e mezzo di persone.
Manifestazioni contro il governo di Dilma Rouseff, manifestazioni che chiedono un impeachment della presidente. Slogan contro il PT, slogan contro la corruzione, slogan contro una crescita economica che stenta di decollare. Oltre alle piazze, gran fracasso di pannellate nei balconi dei condomini a "5 stelle", gente che con cucchiai o attrezzi vari, batteva su pentole come segno di protesta. Questo ieri, ma venerdì si sono svolte altre manifestazioni, che non hanno fatto rumore nei media, passate quasi inosservate dai canali di informazione. Altri gruppi, altre classi sociali, altri slogan in favore della democrazia, della riforma agraria, contro la corruzione, ma in appoggio al governo Dilma. Com'è che la televisione privilegia una data per manifestare e scarta l'altra? i media non dovrebbero essere obiettivi? riportare i fatti senza troppe censure? E invece le censure ci sono, una specie di golpe mediatico che rinforza certe notizie piuttosto che altre, manipolando l'informazione e dichiarandosi palesemente a favore di una classe sociale o élite politica.
Il Brasile sta passando un momento di crisi, c'è una crescita economica stentata, lo scandalo della corruzione sta venendo sempre più a galla, con un PT (partito dos trabalhadores) sempre più invischiato e con una Petrobras (industria petrolifera brasiliana) che fa buchi da tutte le parti, i prezzi stanno aumentando, così come il costo della vita (alimentazione, tariffe dell'autobus, gasolina, bollette....)....sì, tempi duri qui in Brasile.
La borghesia si sta unendo, incentivata da quei partiti che hanno perso le elezioni, che mettono fuoco per far crollare Dilma e che non hanno mai accettato la sua vittoria. 
Ieri in quel milione di persone scese nelle strade delle grandi città brasiliane, non ho visto nessun uomo di colore, nessun abitante delle favelas, nessun povero che batteva pentole da quei lussuosi appartamenti, nessun campesino....
Sta crescendo un odio e uno spirito golpista da parte della classe borghese, dei ricchi, che a stento hanno sempre accettato le misure a favore della classe lavoratrice e dei più poveri da parte dei governi di Lula e ora di Dilma. La corruzione è qualcosa di endemico qui in Brasile, non è uno scandalo che appartiene solo al PT , ma guarda caso le luci dei proiettori sono puntati su questo partito dopo le elezioni. Con mio grande dispiacere ammetto le mancanze e i difetti da parte di questo governo (questa benedetta riforma agraria quando si farà?) o di casi di corruzione nel PT, ma credo in Dilma, l'appoggio e penso che in qualche modo sta lavorando per garantire le promesse fatte (più trasparenza, più educazione, più uguaglianza e rispetto dei diritti umani) il problema sono le coalizioni di quei partiti e tutto quel girotondo di industriali, latifondisti, lobby di potere che difendono i propri interessi, solo i propri interessi!





giovedì 12 marzo 2015

La notte è il capolinea della giornata che aiuta a riordinare i pensieri, rivisitare le parole e i momenti vissuti nel quotidiano. In queste ore notturne, avvolte da una flebile luce di una lampada, rivivo i due momenti particolari accaduti nel corso della giornata. Momenti intensi e significativi.
 Il primo, di mattina, durante la visita alla NH, padiglioni dell'Anexo.
 Non riusciamo ad ottenere il permesso di incontrare i detenuti, in un luogo che ci permetta di parlare tranquillamente con loro, dobbiamo andare in una parte alta dove pare di stare sul cucuzzolo di una montagna e gridare: "Bom dia, tudo bem?" Sì, perché quando si sta lassù bisogna gridare per parlare, con la testa rivolta, per noi in basso, per loro in alto, scene da un torcicollo!
Fortunatamente non è sempre così, oggi era un giorno particolare, ma i giorni particolari, infelicemente non preannunciano qualcosa buono, parlano di divieti e restrizioni per noi visitanti.
E oggi era uno di quei giorni, c'era aria di protesta da parte di chi era rimasto in cella.
 Ricordo che nelle celle, nell'Anexo, esiste il problema del sovraffollamento (a differenza degli altri padiglioni) dove convivono 11/12 persone in uno spazio piccolo, dormendo per terra su materassi.
 La protesta è iniziata da parte di un detenuto che ha iniziato a battere contro la porta di ferro, una colpo, due colpi, tre colpi e via di seguito, sempre più forti, fino a che tutti gli altri nelle rispettive celle, si sono uniti a lui, battendo a più non posso. Sembrava che i colpi buttassero giù le porte, tanto erano forti. Noi in alto, spettatori involontari della scena, ad osservare quelle porte che gridavano il loro disagio. I detenuti nel patio ci hanno assicurato che era una semplice protesta, che non metteva a rischio la nostra presenza e su questo avevamo fiducia. Abbiamo sempre fiducia nelle nostre visite, nei detenuti che incontriamo, perché ci hanno sempre manifestato e dichiarato rispetto e questo lo sappiamo, lo sentiamo. Vedono che cerchiamo sempre un accordo con gli agenti per poter stare vicino a loro, creare situazioni che permettano una visita dove possiamo dialogare, incontrare, stringere mani, ascoltare il più vicino possibile e loro lo apprezzano o lo rispettano molto.
Quando il rumore ha iniziato ad aumentare di intensità, prolungandosi nel tempo, gli agenti ci hanno chiesto di uscire e così è stato, siamo usciti dal padiglione. Questo tipo di proteste sono frequenti e oggi ci siamo ritrovati in mezzo. I colpi dati alle porte sono "voci" che urlano i disagi e quando questi diventano insistenti, arrivano i corpi speciali della polizia per "riordinare" il tutto e arrivano le punizioni.
Ci sono appositi padiglioni dove avvengono queste punizioni.
Quei colpi ti rimangono nella testa, te li porti dietro e i pensieri cominciano a immaginare cose che vorresti non pensare... cosa succede quando andiamo via? come finiscono le proteste?.....
Il secondo momento, di sera.
Il martedì sera è sempre incontro del gruppo Testemunhas da Esperança (famiglie, persone con problemi di droga e alcool) alla Casa Comboniana. Io aiuto nella conduzione del gruppo.
Mentre ero fuori a parlare con alcune persone che partecipano, vedo correre forte verso la nostra direzione un ragazzo, subito, dietro di lui, altri due ragazzi. Tre ragazzi che corrono come forsennati. Paulo, che partecipa al gruppo, ha intuito che stava succedendo qualcosa e di fretta ci ha consigliato di entrare in Casa.
Dalla porta abbiamo visto correre dietro a quei ragazzi, alcuni poliziotti con pistola in mano....la polizia dietro a loro tre, poi gli spari, subito dopo la nostra via..
Non sappiamo cosa sia successo, non sappiamo se qualcuno è stato colpito, so che al sentire quei rumori di tiri (spari) mi sono stretta al braccio di Paulo e con un filo di voce ho ripetuto:"No! No!"
Non si va a vedere, non si esce fuori di casa, non è permesso, è pericoloso per possibili colpi che possono colpirti per sbaglio....e non si può essere testimoni.
Anche qui i colpi ti rimangono nella testa, così come la scena di quelle pistole in mano, usate con tanta facilità.

Ecco, questi i due momenti forti visualizzati in questo capolinea notturno, in questa notte che difficilmente se li porta via, ma li metabolizzi, senza però, sfocarli o "normalizzarli".
La violenza non va "normalizzata", accettata solo perché è qualcosa di abitudinario, assolutamente NO. So che è pane quotidiano in certe periferie di mondo, qui, come in altri luoghi e spesso devi imparare a conviverci.
Ci convivi, ma non l'accetti, ci convivi, ma la condanni, ci convivi, ma la denunci, ci convivi, ma la "combatti".
E' lavoro di tutti giorni il cambiare le cose, il cambiarle per farle diventare migliori.


"viaggiare in direzione ostinata e contraria
per consegnare alla morte una goccia
di splendore e umanità"
           De Andrè
   (smisurata preghiera)
   

martedì 10 marzo 2015

Sii paziente verso tutto ciò che è irrisolto nel tuo cuore e...
cerca di amare le domande, che sono simili a stanze chiuse a chiave
e a libri scritti in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che non possono essere date,
poiché non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa.
Vivi le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano giorno in cui avrai le risposte.
R. M. Rilke



La poesia mi accompagna nel mio quotidiano, possono essere le rime di un libro, possono essere le note di una canzone, possono essere le risate della mia piccola vicina di casa, il colibrì che posa sul filo dei panni stesi,  può essere il cielo blu che guardo dondolandomi nell'amaca e lì i miei silenzi rivolti al Mistero che guida i miei passi.
 La vita è piena di poesia, di segni, che catturano il nostro sentire. C'è bisogno di poesia per cicatrizzare il dolore del mondo, poesia come balsamo sulle ferite, allevio dei pesi caricati durante il giorno, poesia come leggerezza profonda dell'essere.
Allora ogni tanto mi ritaglio uno spazio, in questo blog, dove possono scrivere alcuni versi che camminano nelle mie riflessioni. 
La foto che ho inserito è una foto fatta da me in Belo Horizonte, alla fermata dell'autobus....in ogni luogo c'è poesia, in ogni dove ci può essere poesia, in ogni stretta di mano sincera e fraterna con chiunque si incontra nel proprio cammino c'è poesia, è la "poesia" dell'incontro. Basta avere occhi che sappiano leggera le cose, leggere le "rime" del mondo, leggere al di là delle consuete circostanze....leggere il Mistero. Occhi e cuore.

Anche dentro ad una prigione si può costruire poesia.



sabato 7 marzo 2015

Trascrivo su questo mio taccuino virtuale, alcune parole incontrate in uno scritto di Maria Soave Buscemi, biblista, missionaria fidei donum, educatrice, formatrice, persona che conosco, che stimo e apprezzo molto, molto.
"Siamo persone chiamate ad una conversione dei nostri piedi, quel riconoscere che il nostro punto di partenza "epistemologico", il nostro punto di partenza da cui interpretiamo il mondo e le relazioni, in cui facciamo teologia, esperienza semplice e quotidiana del respiro essenziale della nostra vita che balbettiamo con il nome di Dio, questo punto di partenza fondamentale da cui impariamo ad amare e a pensare, sono i nostri piedi, il luogo storico-esistenziale in cui viviamo, il corpo personale e comunitario delle persone con cui viviamo. Abbiamo mai riflettuto che sono i nostri piedi gli "occhiali" con cui guardiamo e interpretiamo la vita, le relazioni multiple dai colori arcobaleno che intrecciano il tessuto vitale? Proviamo a domandarci per alcuni istanti, guardando i nostri piedi, dove e con chi questi nostri piedi camminano.
.....dove i nostri piedi camminano, con chi i nostri piedi camminano, là il nostro cuore ama e la nostra testa pensa."
Non potevo non collocare qui, in questi miei scritti fatti a piedi nudi, questo pensiero, così vicino al mio, all'esperienza che sto vivendo e comunicando. Tutto, logicamente, è una metafora e in questa il significato della vita o i suoi possibili significati.
 Mi piace usare le metafore, perché evocano immagini con una forte carica espressiva e sono frammenti di poesia nella prosa.... e di poesia ce ne è bisogno.
E poi mi piace ricordare e ricordarmi nel significato di "a piedi nudi". So che l'ho citato molte volte e forse può apparire noioso, ma a me serve come post-it , come promemoria, per ricordare come camminare dentro questa vita e da dove partire o ripartire quando perdo la strada, una sorta di bussola. Perché a volte ci si perde, soprattutto quando la stanchezza bussa alla porta, quando il senso di impotenza ti raggiunge, quando l'incomprensione ti macchia di dubbi o la sopportazione ti fa il solletico.  Allora, come dice Maria Soave, guardo i miei piedi, riparto dall'essenziale, dall'esperienza semplice del quotidiano, da quel respiro che da vita al mio agire. Come sto camminando, con chi sto camminando, perché sto camminando, sono domande che riprendo sempre, che aiutano a tracciare la mappa del cammino e della storia che voglio costruire e che voglio essere.
Chissà perché i piedi sono considerati come qualcosa di poco di buono, per es. in Italia si dice: "hai fatto un lavoro con i piedi" "usi i piedi e non la testa" ecc..ecc... Chissà perché sono considerati come qualcosa che non hanno importanza o ultimi o di cui vergognarsi?  E' così bello vederli e sentirli liberi! Bella la sensazione di toccare la terra con la propria nudità, bello vedere le proprie impronte sulla sabbia, tracce di te che prendono forma, bello il togliersi le scarpe e camminare a piedi nudi con chi scarpe non ne ha mai avute e insieme toccarsi reciprocamente senza barriere che separano.

mercoledì 4 marzo 2015

...ci vogliono prove. Prove che sappiano dimostrare che quello che si dice, si percepisce, si ascolta, si intuisce è vero. Ci vogliono prove che sappiano parlare direttamente senza avere paura della verità, senza avere paura di affrontare "Golia" e le sue conseguenze. Prove che denunciano ingiustizie, torture, lati oscuri e tutto quello che rema contro i diritti umani e che lede la dignità delle persone. Prove che sappiano accompagnare su carta scritta o nei fatti visibili, palpabili, quelle voci che vengono taciute nei corridoi di potere o ritenute senza importanza....senza importanza per chi?
Chi è importante e chi no? chi decide chi può parlare e chi "non ha importanza"?
 Quando sei un numero per lo stato, nei documenti, per la società, sul muro di una cella, ecco che non hai importanza. Quando sei un familiare, una madre, una moglie, che sfoga il malessere che esiste nelle ore di attesa, nelle perquisizioni, che esiste nelle stanze dove si va a visitare, ecco che non hai importanza....non sei importante. Qualcuno che decide c'è, purtroppo, ed è qualcuno che è più forte, qualcuno che sa come rovesciare i fatti, come mascherare le cose e togliere valore alla verità.
Per questo ci vogliono prove, è solo con questo "Davide" può affrontare "Golia", il piccolo che sfida il gigante.



domenica 1 marzo 2015









Qualche immagine o cartolina, come piace chiamarle a me, che possa descrivere l'esperienze, i fatti, i pensieri, gli appunti...gli scarabocchi....i volti, che fanno parte della mia quotidianità, vita qui in Minas Gerais.






In APAC femminile (associazione di protezione
e assistenza ai Condannati). Qui durante la festa di Natale.
Molto importante il lavoro di valorizzazione umana, dove affrontiamo tematiche che aiutano la riflessione individuale e di gruppo, in un percorso di crescita e autostima.












Incontro della Pastorale da Criança in Curitiba
Io, Lourdes e alcune donne di Nova Contagem abbiamo partecipato ad una celebrazione per ricordare Zilda Arns Neumann, fondatrice di questa Pastorale, morta tragicamente nel terremoto di Haiti nel 2010.

.....i nostri selfie......






Foto di gruppo della Pastorale Carceraria, con volontari e amici, fuori dalla penitenziaria NH
                 
riunione della Pastorale Carceraria alla Casa Comboniana

  
                                           

sbirciando dal nostro portone....la strada dove abitiamo, bairro di Ipe Amarelo.






.....di giorno






                                                           .....di notte  
                                                       


Camminata incontro CEB (Comunità Ecclesiali di base), in aprile dell'anno scorso.
....popolo che cammina....
                                                           
                                                                                                          gruppo Espaço Esperança. Ogni                        venerdì pomeriggio gruppo di                                    pittura su panno, aperto a                                  donne e adolescenti del bairro
mentre si va al carcere NH



                                          ....piccole amiche crescono.....



                                                               ...friends....

 mostra di Salgado in BH
                                                    Belo Horizonte....la grande città.



                                                          ....... ora e sempre.......